Nella pittura veneta del Cinquecento corpo e paesaggio si fondono in un’unica vibrazione cromatica, dando vita a un frizzante spazio narrativo, di volta in volta teatro della sensualità, luogo della favola o palcosenico per il sacro. A rendere possibile l’avvento di questa nuova sensibilità concorrono le innovazioni tecniche, come la piena padronanza della pittura a olio e l’adozione della tela come supporto. Attraverso le opere di Giorgione e Tiziano, Tintoretto e Lambert Sustris, la conferenza ripercorre un cammino punteggiato di figure femminili mollemente adagiate su un prato, putti che scherzano tra alberi carichi di frutte, Madonne che cullano il Bambino tra messi e recinti, divinità olimpiche immerse in una campagna luminosa e lussureggiante.
MATTEO CAPURRO si è laureato in Storia dell’Arte all’Università di Genova, dove ha conseguito il dottorato di ricerca ed è docente a contratto in Introduzione alla Storia dell’Arte e Temi di Arte Moderna. È anche assegnista di ricerca all’Università di Torino e conservatore del Museo Diocesano d’Arte Sacra di Chiavari. I suoi interessi scientifici spaziano dalla scultura in legno maraglianesca alle immagini di culto legate ai santuari, ma si concentrano sulla genetica dei linguaggi artistici e sulla critica d’arte, con una particolare attenzione alla pittura veneta del Cinquecento.
