Il toponimo Costaguta ha origine evidentemente da Costa Acuta, vale a dire costiera piuttosto ripida e slanciata ed infatti il territorio del Sestiere si sviluppa nei boschi che ricoprono l’acuta displuviale che separa il Golfo di Rapallo dalla Baia di San Michele di Pagana.
Nel passato Costaguta era compresa nel Sestiere detto “Olivastro”, toponimo che si riferiva alla presenza dell’ulivo su queste colline.
Nello stesso erano anche compresi l’attuale Sestiere di San Michele di Pagana, nonchè le parrocchie di San Lorenzo della Costa, San Massimo e Foggia.
Nell’anno 1608, all’epoca dell’istituzione del Capitaneato di Rapallo, la “villa di Costaguta” contava 149 abitanti, distribuiti in 35 “fuochi”.
L’influenza ambrosiana sulla chiesa rapallese risale agli anni che vanno dal 586 al 644, quando i Vescovi di Milano, di fronte all’invasione dei Longobardi, trasferirono la loro sede a Genova. Nel 1118 il papa Gelasio II consacrò la Parrocchia di Rapallo ai Santi Gervasio e Protasio.
La tradizione lega da sempre il nome di questi due Martiri al Sestiere Costaguta: infatti secondo la leggenda i Santi Gervasio e Protasio durante la loro opera apostolica passarono da Costaguta.
A loro è dedicata la piccola chiesa nel bosco in località Chiosa costruita nel 1935 con le donazioni di varie famiglie e di tutta la popolazione del Sestiere». Il Comitato, oggi, accende i suoi fuochi all’antica nei Giardini dei Partigiani, presso il Porto Carlo Riva.